Pubblicato: 27.02.2013.
Castelvenere si trova sulla sommita’ del colle, sulla strada Buie-Capodistria, da dove la vista domina l’ampia vallata della Dragogna. Fu abitata gia’ in epoca preistorica.
Gli scavi effettuati lungo i pendii testimoniano dell’esistenza di un castelliere fortificato che doveva rivestire per la sua posizione anche un’importanza strategica. In seguito alla conquista romana la sommita’ divenne castrum e da qui anche il nome di Castrum Veneris, probabilmente derivante da un tempio di culto alla dea pagana. Un’altra teoria vuole che il toponimo si riferisca a Castrum venae in riferimento alla vena del monte sulla quale e’ situato l’abitato.
L’abitato si nomina per la prima volta nel 1064 quale possedimento del nobile Artuico da Pirano che lo dona al marchese Ulrico I di Weimar. Nel 1102 questi dona il feudo al Patriarcato di Aquileia che vi insedia il centro amministrativo del Marchesato per la parte settentrionale dell’Istria.Sulla piattaforma del colle fu costruito un rustico palazzotto dove risiedeva il marchese d’Istria o in sua sostituzione il gastaldo e dove veniva anche ospitato il patriarca durante le sue visite periodiche alla regione.
Subito accanto sorgeva la canipa, ossia il magazzino per le derrate alimentari che provenivano dalle decime della chiesa. Rissale a questo periodo lo stemma di Castelvenere che rappresenta un castello fortificato. Il castello, che controllava il libero transito delle merci tra la costa e l’interno dell’Istria, subi’ diversi attacchi, specie da parte dei piranesi e capodistriani. Nel 1268, in seguito alla guerra fra il patriarcato e Venezia, il castello fu assediato dalle compagnie armate dei Capodistriani, che dieci anni dopo demolirano le sue mura, mentre nel 1310 venne conquistato dai veneziani e distrutta dal fuoco. Dopo la conquista veneziana del 1420, questa nel 1518 vendette il feudo ai conti Furegoni di Pirano che vi costruirano la propria dimora. Con l’abolizione del feudalesimo, nel 1848,Castelvenere assurge a comune forense e viene retto da un capovilla. Alla fine del secolo, nel 1893, viene istituita la prima scuola popolare in lingua italiana. Nel 1907 viene fondata a Castelvenere la societa’ commerciale «Kaštelansko društvo» che subito dopo aprira’ una cantina sociale, un oleificio e una Cassa di risparmio con lo scopo di sostenere e incentivare l’economia locale. La Societa’ dei Santi Cirillo e Metodio riuscira’ a far aprire le prime scuole croate in Istria e quindi anche la prima a Castelvenere nel 1911. Due anni dopo viene costituita la societa’ culturale «Lipa» che opera nel campo della cultura per il risveglio della coscienza nazionale della popolazione croata locale. Abolite durante il ventennio fascista, esse riprendono l’attivita’ dopo il 1945. Dopo il secondo conflitto mondiale il territorio del comune catastale di Castelvenere viene assegnato all’amministrazione municipale di Buie.
Alla base dell’antico castello, si erge la chiesa cimiteriale di S. Sabba, completamente rifatta nel 1869 sul luogo che vide un edificio di culto antichissimo, citato gia’ nel 1102. L’interno della chiesa e’ a navata unica con tre altari e pulpito. L’altare maggiore e’ in legno e raffigura in una pala il santo titolare, S. Sabba. All’interno si trovano pure dei gruppi statuari in legno di particolare valore artistico. Il campanile poggia su un largo zoccolo a contrafforte e sopra il portale reca la data di costruzione, il 1786. Il nuovo agglomerato di Castelvenere, che si e’ sviluppato a qualche centinaio di metri dall’atico insediamento, dove sono ancora visibili i resti delle antiche mura, raccoglie attorno a se’ le frazioni di Plovania, Caldania e altre minori. L’abitato di Fratria, conosciuto in passato con il nome di S. Pietro in Carso, ubicato dove sorgeva una villa rustica romana con tombe di quel periodo, conserva i resti del complesso monastico benedettino nominato gia’ nel 1102. Dopo la sua soppressione nel 1770 i beni furono venduti all’asta, mentre alcuni arredi sacri furono trasportati nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Carsette. Parte del complesso monastico e’ stato adibito ad abitazioni, mentre alcuni edifici rustici conservano la caratteristica originaria. Sono ancora visibili alcuni dettagli architettonici e decorazioni di portali, una cisterna, materiale di spoglio, una testina d’Attila e altro. Trovandosi proprio a ridosso del confine statale, tra le principali vie di passaggio per l’Istria, presenta tutte le credenziali per un ulteriore rapido sviluppo sia nel ramo turistico che in quello del piccolo traffico di frontiera. Oggi a Castelvenere, Plovania e Caldania sale il numero degli imprenditori e artigiani. Aumenta anche il numero delle abitazioni familiari e per il mercato. Castelvenere e’ diventato oggi un polo turistico molto importante. Vi sono situati due Casino’, un motel ed un albergo di altissima categoria. Nel villaggio turistico di Canegra durante il periodo estivo numerosi villeggianti possono soggiornare nei numerosi bungalow e nel campoeggio naturista. Nell’ambito della promozione turistica del territorio, da una decina d’anni alla festa tradizionale «Ottava» che si svolge la seconda domenica di Pasqua, viene assoiciata la manifestazione denominata «Sparisada». Questa manifestazione si basa sulla promozione della pianta dell’asparago selvatico che cresce in questa zona solamente in questo periodo dell’anno. I cittadini di Castelvenere preparano vari piatti a base di asparago e tre ristoranti (croato, sloveno ed italiano) gareggiano per ottenere il titolo di miglior piatto alla gara culinaria «Asparago d’oro».
La vita culturale, sociale, educativa e sportiva e’ molto ricca. A Castelvenere si trova la Sezione periferica della Scuola elementare croata di Buie, e un gruppo di bambini dell’asilo. Nella Casa sociale opera la Societa’ artistico culturale «Lipa» di Castelvenere. Sono presenti il Club bocciofilo ed il Paint ball club. In questo luogo opera pure la Comunita’ degli italiani di Castelvenere che svolge molteplici attivita’ per i soci. La necropoli di Castelvenere ha portato alla luce i reperti preistorici piu’ importanti di questa parte dell’Istria, oggi conservati nei musei di Trieste, Vienna e Pola. Sul versante occidentale della collina vennero scoperte 24 urne cinerarie adagiate nelle fessure delle rocce e protette da lastre di pietra. I resti ritrovati: fusiaiole, orecchini, fibule, aghi, anelli, bracciali e ceramcihe di vario genere fanno risalire la necropoli al V e inizio IV secolo a.C