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Buie una volta

Pubblicato: 03.03.2013.

Il periodo medievale

Dopo la caduta dell’Impero Romano d’occidente (476.d.C), le sorti dell’Istria dipendono dai grandi mutamenti conseguenti alle ondate migratorie di nuovi popoli che portano ad un’alternanza di domini. Nel 489 l’Istria viene a far parte del Regno degli Ostrogoti che durera’ fino al 539 quando i Bizantini occupano la nostra regione. L’Istria diventa un thema (distretto militare) quale provincia di frontiera. Per la difesa e la sicurezza degli abitanti nel VI sec. inizia l’opera di costruzione di un imponente sistema difensivo e di insediamenti fortificati (castra) sulla sommita’ delle colline, gia’ sede di castellieri preistorici. 
          
A questo periodo risalgono anche le costruzioni delle prime fortificazioni di Buie e di quelle sulle colline che la circondano. Il 788 segna l’inizio della dominazione dei Franchi. Anche Buie e il suo territorio vengono inclusi nell’Impero carolingio. Si passa dal sistema municipale romano al sistema feudale. Nel 952 l’Istria passa sotto il Ducato di Baviera e poi di Carinzia

Nel 981, Ottone II, con diploma imperiale, dove si nomina tra le altre localita’ anche Buie, dona questi possedimenti al Patriarcato d’Aquileia.Nel 1040 viene istituita la Marca autonoma dell’Istria, sotto Enrico III, e il primo margravio e’ affidato al marchese Ulrico I della famiglia tedesca dei Weimar. Suo figlio, il conte Ulrico II, dona alla Chiesa di Aquileia i suoi beni allodiali in Istria, tra i quali Buie (castrum Bulge), Castelvenere (castrum Veneris), Crassiza (castrum Castilione), Momiano (villam Mimiliani), Monte Cucco (villam Cuculi), Fratria, gia’ San Pietro in Carso (villam Sancti Petri cum Monasteriis sancti Petri et sancti Michaelis). In quel periodo Buie vede il passaggio dalla feudalita’ all’ordinamento comunale. In un documento del 1192, in un atto che regolava i confini fra Pirano, Buie e Castelvenere, ed emanato dal patriarca Volfgero di Aquileia, vengono nominati il Comune di Buie, i suoi rappresentanti e il gastaldo. Negli anni successivi subentrano anche il marico, cioe’ il capo elettivo del comune e in seguito i giudici, i procuratori ed il podesta’. Infine vengono costituiti il Consiglio Maggiore e il Consiglio Minore formati dai rappresentanti delle famiglie notabili piu’ antiche.
 
Buie possiede il proprio sigillo, descritto da un notaio pubblico in un documento del 1306. Il sigillo rappresenta un castello sul monte con due torri agli angoli, nel mezzo una torre campanaria piu’ alta e la scritta in circolo «S. COMUNIS DE BULLIS.» La cittadina e’ tutta raccolta nelle sue mura difensive con le torri di protezione. La chiesa parrocchiale, che si eleva sullo spiazzo centrale alla sommita’ del colle, divide il rione occidentale da quello orientale. Dopo la chiesa, l’edificio piu’ rappresentativo e’ il palazzo vescovile, dimora estiva dei vescovi cittanovesi che ospitava ancora personaggi ragguardevoli come il patriarca e dove venivano emanati atti che riguardavano il comune. Le riunioni e le decisioni importanti venivano prese davanti le Porte, sotto un grande lodogno, secondo un’antica tradizione istriana. Il medioevo ha lasciato molte testimonianze nell’archietettura urbana e paesaggistico di tutto il territorio. Il centro storico di Buie, il castello di Momiano, gli affreschi della chiesa di S. Pietro a Sorbar, sono quelli piu’ significativi.

La preistoria e l’epoca romana

La preistoria

Il territorio della Citta’ di Buie e’ ricco di numerosi monumenti storico artistici di grande valore. Sulle vie, sugli edifici e nelle chiese possiamo scoprire le tracce delle diverse civilta’ e culture che, dalla preistoria ai giorni nostri hanno formato il nostro patrimonio culturale e spirituale.
Le prime tracce della presenza umana in questo territorio risalgono al paleolitico. Durante l’eta’ del bronzo (II millenio avanti Cristo) si sono costruiti i primi abitati fortificati sulle sommita’ dei colli – i castellieri preistorici, che rappresentano le prime forme organizzate di societa’ organizzate.
Nel territorio di Buie ne sono stati scoperti una ventina.
La necropoli di Castelvenere ha portato alla luce i reperti piu’ significativi dell’epoca preistorica nella nostra zona. In questo vecchio castelliere, sono state rinevnute 24 urne cinerarie del periodo del ferro (V e inizio IV sec. A. C), protette da lastre di roccia insieme ad altri reperti archeologici: fusaiole, orecchini, fibule, aghi, anelli, bracciali e ceramcihe di vario genere.

L’epoca romana

Nell’epoca romana il nostro territorio diventa agro della Colonia di Trieste che nell’epoca dell’imperatore Augusto viene incluso nella X Regione italica „Venetia et Histria“ (14-12 a.C). Molti castellieri furono abbandonati, altri vennero trasformati prima in castra e in seguito in cittadine e abitati (Buie, Castelvenere, Momiano).
Nonostante il lungo periodo della dominazione romana, nel nostro territorio sono stati ritrovati solamente pochi reperti di quel periodo: lapidi, tegole con sigillo, monete, tessere di mosaico e cocci di terracotta. Tra i monumenti piu’ significativi bisogna ricordare la Stella dei fratelli Valeri in abito senatorio e la lapide di Ceppuleo, ambedue immunate nella facciata laterale della chiesa di S. Servolo.

La Repubblica di Venezia

Dopo il 1200 molte cittadine dell’Istria sottoscrivono la loro sottomissione a Venezia.

Buie invece era rimasta fedele al Patrircato di Aquileia. Solo nel 1412, dopo aver occupato la cittadina, i rappresentanti di Buie firmarono l’atto di dedizione a Venezia. Intanto furono abbattute le mura, il campanile e le fortificazioni della citta’.

Nel 1427 viene proclamato lo Statuto comunale, realizzato sulla traccia di un atto precedente, stilato in base alle antiche consuetudini. In 139 capitoli si sanciscono le norme che riguardano il podesta’, gli ufficiali pubblici ed i cittadini. Il podesta’ viene affiancato da due giudici, un camerlengo (tesoriere del comune), un catavero (controllore delle entrate), due camerari che amministrano la chiesa, due avvocati per la difesa e due giustizieri(addetti ai pesi, misure e merci), due provveditori alla sanita’.
          
In seguito subentreranno un cancelliere, due sindaci eletti dal Consiglio e uno dal popolo, come pure un sovraintendente alle opere pubbliche. Il comune stipendiera’ ancora un medico, uno speziale, un maestro di scuola, nominato nel 1580, e dei saltari (guardiani campestri). Nel piazzale antistante Le Porte viene costruita la Loggia, quale luogo di raduni importanti e di emanazione degli atti giudiziari. Essa e’ nominata in un atto del 1450. Nel 1459, considerata la posizione strategica della cittadina, il Senato veneto delibera di ricostruire le mura e le torri ampliando contemporaneamente il perimetro cittadino per le nuove esigenze di spazio abitativo. Nel perimetro della piazza del Duomo viene eretto il Palazzo pretorio, sede del podesta’. Si ricostruisce il campanile (1480) sulle fondamenta del precedente, si rinnovano le case piu’ vecchie e se ne costruiscono delle nuove. Il centro di Buie, anche se colpito dalle epidemie, non subi’ quelle perdite che decimarono le popolazioni delle campagne e delle cittadine costiere. La sua aria salubre attiro’ molte genti di quelle localita’, ma anche maestri artigiani dalla Carnia e dal Friuli, tanto da registrare, per quei tempi, un notevole aumento demografico e Buie diventa un operoso centro di scambi commerciali fra la costa e un vasto entroterra. Nel 1574, viene decisa la costruzione dell’ultimo recinto difensivo che doveva racchiudere entro le mura cittadine il tempio della Madre della Misericordia e la Loggia.

Un secolo piu’ tardi, visto l’ulteriore aumento demografico, il Senato autorizzava l’edificazione sugli spalti e fuori delle mura, poiche’ essi avevano orami esaurito la loro funzione primaria di difesa. Nelle campagne del contado, dato il bisogno di valide braccia e di uomini per la difesa del territorio, la Repubblica decise l’insediamento di nuove genti. Queste popolazioni portate in Istria nel corso dei secoli XV e XVI, erano quelle fuggite alle invasioni turche. Si trattava per lo piu’ di croati dalmati, di morlacchi, ma anche di greci, albanesi, montenegrini. I nuovi venuti si adeguarono ben presto alle sedi loro assegnate, costituendosi in comunita’ ben organizzate, ciascuna con un proprio zuppano (capo villa) e con propri parroci per le funzioni liturgiche che venivano svolte prevalentemente in lingua croata, mentre per la scrittura usavano il glagolitico. La pace di Campoformio e la conseguente caduta della Repubblica di Venezia (1797) segava definitivamente la fine del legame politico e amministrtivo fra l’Istria e la Serenissima.

L’Impero Austro-Ungarico ed il Regno d’Italia

Nel 1854 la cittadina di Buie, che era gia’ distretto amministrativo, diventa anche distretto giudiziario e manterra’ questa prerogativa fino ai giorni nostri. Nel 1860, in seguito alla nuova organizzazione dell’Impero, l’Istria diventa provincia autonoma col titolo di Magraviato (Marchesato). E’ governata dalla Dieta provinciale con sede a Parenzo ed i suoi delegati la rappresentano al Parlamento di Vienna. Nel 1860 viene costituita a Buie la Societa’ filarmonica che forma il primo complesso bandistico e gruppi corali. La fine del secolo vede un’altra iniziativa importante per Buie, in quegli anni, e cioe’ l’installazione dell’illuminazione pubblica tramite un impianto di gas ad acetilene.     
 
La produzione del vino e dell’olio verra’ ulteriormente incentivata pure dalla costruzione della ferrovia a scartamento ridotto La Parenzana (Trieste-Buie-Parenzo), inaugurata nel 1902.

Oltre all’apertura della sala di lettura con biblioteca circolare ambulante, viene inaugurata nel 1905 la Cantina sociale cooperativa, una tra le prime in Istria. A questa faranno seguito il Consorzio agrario distrettuale, la Cattedra ambulante di agricoltura per impartire l’istruzione agraria sul territorio e l’Associazione cooperativa dei produttori di bozzoli dei bacchi di seta.

Il Regno d’Italia

Alla conclusione della Prima guerra mondiale nel 1920, l’Istria con i Trattato di Rapallo diventa parte del Regno d’Italia, piu’ precisamente della Venezia Giulia. Buie rientra nella Provincia di Pola che comprende gran parte del territorio istriano. Oltre agli agricoltori si assiste a Buie allo sviluppo di una piccola borghesia formata da artigiani, commercianti, impiegati e liberi professionisti. I fervori nazionali e la politica irredentista portano a episodi di intolleranza verso la popolazione slava. Con l’avvento del fascismo vengono chiuse le scuole delle altre nazionalita’ ed iniziano le persecuzioni contro i movimenti popolari di sinistra. Nel 1932 a Buie arriva l’acqua e la corrente elettrica.

Il periodo del dopoguerra

L’adesione dell’Italia al Patto d’acciaio, il suo intervento a fianco dei tedeschi e l’entrata delle truppe italiane nel territorio jugoslavo nella primavera del 1941, coinvolsero nel conflitto pure la nostra regione.

Nel maggio del 1945 le truppe jugoslave si spingono fino a Trieste.

Con l’arrivo degli Alleati le citta’ di Pola e di Trieste sono proclamate Zona A e passano sotto l’amministrazione militare alleata, il resto dell’Istria diventa Zona B e passa sotto controllo militare jugoslavao.

Il tracciato di demarcazione (linea Morgan) assume un carattere provvisorio in attesa del trattato di pace. Il 15 settembre 1947, a Parigi, il governo italiano ratifica il trattato di pace: la citta’ di Fiume e l’Istria a sud del fiume Quieto diventano territorio della FNRJ, (Repubblica Popolare Federativa Jugoslava). La situazione precipita: la maggior parte della popolazione italiana, ma pure famiglie croate, vengono travolte dagli eventi, e non volendo sottostare al nuovo sistema affrontano l’esodo. Il 5 ottobre 1954 si firma a Londra il Memorandum d’Intesa fra i delegati jugoslavo, italiano, inglese e americano. La Zona B, Buie compresa, passa sotto l’amministrazione civile jugoslava. La citta’ di Trieste viene affidata all’amministrazione italiana. L’esodo della Zona B assume proporzioni di massa: i due terzi circa della popolazione abbandona il territorio.    

Il territorio di Buie sotto amministrazione jugoslava vede il susseguirsi di varie iniziative e riforme di carattere amministrativo ed economico. Sorgono sul posto alcuni stabilimenti dell’industria leggera: falegnameria, lavorazione dei metalli, piu’ tardi elettronica. Si fondano aziende commerciali per il piccolo traffico di frontiera che riscontra un notevole incremento. Buie diventa il centro scolastico per le scuole medie superiori inlingua croata e italiana del Buiese e continua a svolere la sua funzione di centro amministrativo e giudiziario. Si rinnova in buona parte la rete stradale e si amplia la rete idrica dell’Alto Buiese.

Nel 1975 viene stipulato l’accordo di Osimo che conferma le decisioni del Memorandum di Londra. Nel 1190 inizia il processo di disgregazione dello Stato jugoslavo che porta alle prime elezioni libere e demoratiche. Con il plebiscito del 1991 Croazia e Slovenia si proclamano repubbliche indipendenti e il confine amministrativo fra le due ex repubbliche socialiste diventa confine di stato. La reazione di Belgrado e’ immediata e si scatena con l’aggressione dell’Armata jugoslava sul suolo della Croazia. Nel 1993 il Buiese viene nuovamente suddiviso nei sei storici comuni di Buie, Cittanova, Grisignana, Portole, Umago, Verteneglio e viene inserito nell’ambito della Regione Istria
  
 

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